Appunti per una riflessione sulla grazia della malattia

di don Riccardo Nieri

Pubblicato: domenica 28 febbraio 2010

So bene che la malattia e la morte non sono volute da Dio, ma che sono entrate nel mondo per invidia del diavolo, che ha tentato e tenta l’uomo al male.

Dio, tuttavia, permette il male e la morte come ha permesso, per un bene maggiore, la sofferenza e la morte del Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza.

Appena mi fu annunciato che avevo un tumore ai linfonodi (linfoma), mi venne subito in mente una scritta che si trova nel convento di San Cerbone dopo il Foro; lo scritto dice: “Dove la croce tocca, feconda”.
Penso che questa malattia mi purificherà e mi porterà ad un altro grado della vita spirituale o interiore, ad una maggiore unione con Dio; non solo, ma aiuterà la famiglia parrocchiale a crescere, impegnandosi maggiormente e a diventare più missionaria e evangelizzatrice. Conoscerà anche meglio il dono della presenza stabile di un sacerdote.

Quello che sembrava duro, ma di breve tempo, si è invece dilatato e si dilaterà per un tempo infinito, lunghissimo. Mi sono tornate allora in mente le parole di Sant’Ignazio nei suoi Esercizi spirituali e, precisamente, nel Principio e fondamento:
“L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.”

Devo rendermi indifferente perché non lo sono e fare sempre la volontà di Dio offrendo tutto in sconto dei miei peccati, per la conversione dei peccatori e per il bene di Santa Madre Chiesa.

In ospedale ho trovato persone più malate di me, più giovani di me e ho veduto persone morire.

Tutto questo mi ha richiamato le frasi di San Paolo: “Non abbiamo qui la nostra dimora stabile, la nostra patria è nei cieli” e, ancora, “Passa la scena di questo mondo”.

Quanto tempo perso in riunioni senza frutto, in colloqui e attività inutili, gite con la parrocchia, consigli pastorali… Per il tempo che mi rimane non voglio più perdere tempo e, soprattutto, voglio dedicarmi di più alla contemplazione dell’Invisibile, alla preghiera... Il tempo si trova per tutto quello che ci interessa.

Sono pronto a entrare nell’eternità, a comparire davanti a Dio che è santo, santo, santo?


Lascia che il mondo vada per la sua strada ma tu vieni e seguimi.

Non perché non mi interessi la sorte del mondo, ma non mi devo lasciar mondanizzare:

“Voi siete nel mondo ma non siete del mondo”
“Voi siete il sale della terra, ma se il sale diventa insipido con che cosa si saleranno i cibi? Il sale insipido non è buono ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

Certamente ogni distacco è doloroso, penso alla vecchia mamma, alla famiglia di mio fratello, a parenti, amici, penso soprattutto a voi parrocchiani che siete la famiglia per la quale ho speso la mia vita. Penso a chi morendo lascia la sua famiglia, i figli che ancora devono crescere e affrontare le difficoltà della vita.

Eppure tutti dobbiamo vivere nell'attesa della sua venuta: “State preparati perché non sapete né il giorno né l'ora”. Non si tratta di un’attesa angosciosa, ma di un’attesa che deve essere presente, cioè non dimenticata, e avendo sempre fiducia che la provvidenza di Dio non ci abbandona mai e che dal male sa trarre il bene.

Se guardiamo ai santi, alle famiglie dei santi, vediamo che hanno affrontato situazioni simili alle nostre e con la fede le hanno superate, portando frutti buoni e duraturi. Santa Teresina del Bambin Gesù, Santa Gemma, per esempio, ebbero genitori, mamme di fede che morendo giovani diedero ugualmente grandi figlie sante alla Chiesa e al mondo.
San Martino morente, sollecitato dai suoi cristiani a non lasciarli, pregò così: “Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo non ricuso la fatica; sia fatta la tua volontà”.
È vero che per tutti non è così, ma l’albero cade dalla parte verso cui pende; viviamo di fede e cadremo dalla parte giusta.

Ci sono domande che non si possono mettere da parte: cosa conta, cosa vale nella vita, da dove vengo, dove vado, cosa mi aspetta nell’eternità.

Rimanendo nella corsia dell’ospedale ho dovuto rendermi conto, sia pure leggendo o ascoltando Radio Maria, come i programmi delle tv siano incentrati su violenza, soldi, sesso, ecc... Tutta idolatria che si manifesta anche nei dibattiti politici.

Se gli uomini e le donne di oggi incontrassero Dio in una maniera profonda, cioè nella preghiera liturgica e personale, nella devozione a Maria..., non verrebbero mondanizzati. C’è chi cerca, come dice, una via moderata, ma lì siamo nella palude e quello che era male ieri diventa bene o il male minore domani. Quei costumi una volta sconsigliati diventano leciti e si sprofonda sempre più lontano dal cristianesimo. Gesù era molto esigente: “Vedendo un giorno che molti andavano dietro a lui si voltò e disse: chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua” e, ai peccatori, diceva: “Va’ e non peccare più”.

Occorre una formazione alla pietà, alla devozione e a una cultura senza complessi di inferiorità per poter reagire alla mondanizzazione che fa sbandare perfino alcuni sacerdoti e alcuni vescovi, senza contare i diversi teologi (più scribi che teologi) in contrasto con il magistero della Chiesa.

Non mancano i santi, le apparizioni della Beata Vergine Maria e, per chi vuole un orientamento sicuro, il magistero del Papa e la Tradizione della Chiesa, che rendono ancora più saldi nella fede.

Certamente la malattia ti cambia e le cose non sono più come prima.

Ringraziamo Dio anche di questo dono e impariamo a leggere i suoi inviti ad una vita più profonda nell’amore, così da diventare simili a Lui.


Lode e benedizione a Te, Signore Gesù! Grazie Signore Gesù, unico mediatore!
Evviva Maria, madre di Gesù e madre nostra e mediatrice di grazia! Amen.

don Riccardo Nieri

Attività parrocchiali

Sante Messe

Feriale e Sabato festivo: Ore 18

Festivo: Ore 8 - 9.30 - 11.30

Sante Confessioni

1° Venerdì del mese: 9.30-11

Ogni sabato: 9.30-11 e 17-18

Adorazione

Sabato: Ore 17-18

Domenica: Ore 7-8

3° Giov. del mese: 21.15-22.30

1° Ven. del mese: 17-18 e 21-22

Santo Rosario

Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa pomeridiana.

Il giovedì nelle famiglie: 21.15

Grande liturgia

Con preghiere di lode, consolazione, guarigione, liberazione e S. Messa solenne, 1° Venerdì del mese, ore 21-23

Tutti i mercoledì

Ore 21.15: Preghiera di Lode e catechesi in sala parrocchiale o nel chiostro della canonica.

Primo Martedì del mese

Ore 17: Santo Rosario meditato

Ore 18: S. Messa per i defunti Opera Dottrina Cristiana


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