San Domenico Savio

La vita del Santo

Pubblicato: lunedì 30 marzo 2009

I primi anni


San Domenico Savio
(1842-1857)
Domenico Savio, soprannominato in piemontese "Minòt", nasce nella borgata di San Giovanni, frazione di Riva presso Chieri (Torino), il 2 aprile 1842 da Carlo e Brigida Gaiato. E' il secondo di 10 fratelli. Il padre viene da Ranello, frazione di Castelnuovo d'Asti (oggi Castelnuovo don Bosco) ed esercita la professione di fabbro; la madre è originaria di Cerreto d'Asti e fa la sarta.

Viene battezzato il giorno stesso della nascita nella chiesa parrocchiale di Riva presso Chieri, come risulta dall’atto di battesimo firmato dal parroco don Vincenzo Burzio con un nome che ricordava il fratellino Domenico Carlo, morto in fasce due anni prima. Nel novembre del 1843, quando Domenico aveva 2 mesi, la famiglia Savio si trasferisce a Morialdo, frazione di Castelnuovo d’Asti, ad un chilometro circa dai Becchi dove si trova la casa di don Bosco. Qui Domenico vive la sua fanciullezza serena, ricca di affetto e docile agli insegnamenti religiosi che gli vengono dai genitori, profondamente cristiani. Qui il 3 novembre 1848 cominciò le scuole elementari presso il cappellano Don Giovanni Zucca.
La Prima Comunione
A Morialdo testimoniò la sua precoce vocazione, e fu lo stesso Don Zucca ad accettare la sua richiesta di ricevere la Prima Comunione a soli 7 anni il giorno di Pasqua del 1849. Proprio in tale occasione, all’età di appena sette anni, tracciò il suo progetto di vita che sintetizzò in quattro propositi ben precisi: "Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati". I “Propositi” che segnarono il suo desiderio di vivere nella amicizia con Gesù, costi quel che costi, anche la morte.

A Morialdo Domenico completò i primi due anni di scuola elementare. Poi continuò ad andare alla scuola di don Zucca, anche se non c'erano le classi superiori, poiché i ragazzi dell'epoca, appena sapevano un po' leggere e scrivere, andavano a lavorare nei campi, e Domenico dovette essere iscritto ufficialmente come "ripetente". A dieci anni cominciò a frequentare le scuole a Castelnuovo, anche se doveva fare un lungo tratto a piedi, da solo. All'inizio del 1853 la famiglia si trasferì in un'altra frazione di Castelnuovo, Mondonio, dove alla scuola di Don Giuseppe Cugliero poté terminare la quarta elementare.

L'incontro con Don Bosco e la vita all'oratorio

Il 2 ottobre 1854, in occasione della festa della Madonna del Rosario, Domenico, con il padre, incontra Don Bosco ai Becchi.
L'incontro con Don Bosco
Il santo educatore rimase sbalordito da questo ragazzo: "Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età". Con la sua innata schiettezza il ragazzo gli disse: "Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!". Don Bosco, comprendendo il desiderio di Domenico di studiare per diventare prete e apprezzandone le doti eccezionali di anima e di intelletto, lo accoglie nel suo Oratorio di Torino, in zona Valdocco.è la tappa decisiva per il suo cammino verso la santità.

Si mise dunque a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli consigliò per "farsi santo", il suo grande sogno: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. Scelse il santo come confessore e, affinché questi potesse formarsi un giusto giudizio della sua coscienza, volle praticare la confessione generale. Iniziò a confessarsi ogni quindici giorni, poi addirittura ogni otto. Domenico imparò presto a dimenticare se stesso, i suoi capricci ed a diventare sempre più attento alle necessità del prossimo. Sempre mite, sereno e gioioso, metteva grande impegno nei suoi doveri di studente e nel servire i compagni in vari modi: insegnando loro anche il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi.

La compagnia dell'Immacolata

L’8 dicembre 1854, quando il beato papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, Domenico si recò dinnanzi all’altare dedicato alla Madonna per recitarle questa preghiera da lui composta:

"Maria, ti dono il mio cuore. fa’ che sia sempre tuo. Fammi morire piuttosto che commettere un solo peccato. Gesù e Maria, siate voi sempre i miei amici".

Due anni dopo fondò con un gruppo di amici la "Compagnia dell’Immacolata": gli iscritti si impegnavano a vivere una vita intensamente cristiana e ad aiutare i compagni a diventare migliori. L’amore a Gesù Eucaristia ed alla Vergine Immacolata, la purezza del cuore, la santificazione delle azioni ordinarie e l’ansia di conquista di tutte le anime furono da quel momento il suo principale scopo di vita.

L'abitino

Nel settembre del 1856 partì improvvisamente dall'Oratorio per andare a trovare la madre, che soffriva per un lungo e difficile travaglio: abbracciandola le mise indosso un piccolo scapolare, e subito il parto si risolse felicemente: in ricordo di questo miracolo dono come "il Santo delle culle". L'abitino di Domenico Savio è confezionato sul modello dell'abitino che il giovane Santo, mise al collo della propria madre molto ammalata e sofferente a causa di gravi problemi avuti durante l'ultima gravidanza. Ella per intercessione della Vergine, guarì miracolosamente e diede alla luce Caterina. Domenico, prima di morire, raccomandò a sua madre di conservare l'abitino con cura e di prestarlo a coloro che versavano in condizioni pericolose.

La morte

Nell’estate del 1856 scoppiò il colera, malattia a quel tempo incurabile. Le famiglie ancora sane si barricarono in casa, rifiutando ogni minimo contatto con altre persone. I colpiti dal male morivano abbandonati. Don Bosco pensò di radunare i suoi cinquecento ragazzi, invitando i più coraggiosi ad uscire con lui. Quarantaquattro, tra i ragazzi più grandi, si offrirono subito volontari. Tra di essi in prima fila spiccava proprio Domenico Savio. Con Don Bosco rimane fino al 1 marzo 1857, quando, a causa di una malattia che si presenta subito molto seria, deve tornare in famiglia, a Mondonio. Il 9 marzo 1857 morì fra le braccia dei genitori, consolando la madre con queste parole: "Mamma non piangere, io vado in Paradiso". Con gli occhi fissi come in una dolce visione, spirò esclamando: "Che bella cosa io vedo mai!".
La camera dove è morto
Don Bosco, che ne aveva conosciuto gli stradinari segni di santità, richiesto dagli stessi compagni di Domenico ne scrive la biografia. Si diffonde ampiamente la fama della santità di Domenico Savio, e si moltiplicano le testimonianze, facendone crescere la devozione. Pio XI lo definì "Piccolo, anzi grande gigante dello spirito". Dichiarato eroe delle virtù cristiane il 9 luglio 1933, il venerabile pontefice Pio XII beatificò Domenico Savio il 5 marzo 1950 e, in seguito al riconoscimento di altri due miracoli avvenuti per sua intercessione, lo canonizzò il 12 giugno 1954. Domenico, quasi quindicenne, divenne così il più giovane santo cattolico non martire. I suoi resti mortali, collocati in un nuovo reliquiario realizzato in occasione del 50° anniversario della canonizzazione, sono venerati nella Basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Eletto a esempio di virtù cristiana per fanciulli ed adolescenti, patrono dei chierichetti e dei piccoli cantori, per cento cinquant'anni il giovanissimo Santo ha viaggiato in spirito lungo le vie aperte dai Salesiani nel mondo, entrando nel cuore di milioni di fedeli.

Attività parrocchiali

Sante Messe

Feriale e Sabato festivo: Ore 18

Festivo: Ore 8 - 9.30 - 11.30

Sante Confessioni

1° Venerdì del mese: 9.30-11

Ogni sabato: 9.30-11 e 17-18

Adorazione

Sabato: Ore 17-18

Domenica: Ore 7-8

3° Giov. del mese: 21.15-22.30

1° Ven. del mese: 17-18 e 21-22

Santo Rosario

Ogni giorno mezz'ora prima della S. Messa pomeridiana.

Il giovedì nelle famiglie: 21.15

Grande liturgia

Con preghiere di lode, consolazione, guarigione, liberazione e S. Messa solenne, 1° Venerdì del mese, ore 21-23

Tutti i mercoledì

Ore 21.15: Preghiera di Lode e catechesi in sala parrocchiale o nel chiostro della canonica.

Primo Martedì del mese

Ore 17: Santo Rosario meditato

Ore 18: S. Messa per i defunti Opera Dottrina Cristiana


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Sito della Propositura di San Frediano a Settimo - Via di Mezzo Nord, 93 - CAP 56026 - S. Frediano a Settimo (PISA)

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